mercoledì 24 giugno 2009

USA, la squadra che non t'aspetti


Alzi la mano chi dopo le due pesanti sconfitte iniziale avrebbe immaginato gli Stati Uniti nella finale di Pretoria. La nazionale guidata da Bradley, padre del Michael che salterà la finalissima per squalifica, ribalta tutti i pronostici e dopo l'impresa con l'Egitto ne sforna un'altra, regolando con una rete per tempo i favoriti avversari spagnoli, che non perdevano da 35 turni e soprattutto avevano vinto le ultime quindici gare. Merito di un gruppo unito e solido, e di un calcio che sta uscendo alla scoperta e alla ribalta anche sul panorama europeo, basti vedere come nell'undici titolare siano ben nove quelli che militano in squadre europee. Ma non c'è solo un coriaceo USA in campo a Bloemfontein; gli uomini di Del Bosque appaiono meno effervescenti rispetto alle scorse uscite, dove in tre gare non presero alcuna rete. Gli iberici sottoporta sono lontani parenti di quelli ammirati e nel girone, e se ci mettiamo assieme un grande Tim Howard (forse arrivato alla definitiva consacrazione dopo quella mancata a Manchester) per i campioni d'Europa in carica diviene tutto più difficile. Meno bene invece Casillas, che "regala" il vantaggio agli statunitensi: il tiro dell'attaccante del Villareal Altidore alla mezz'ora non sembra irresistibile; palla che va a insaccarsi dopo una deviazione del portiere madrileno. Il raddoppio americano avviene ancora alla mezz'ora, ma del secondo tempo: è Clint Dempsey a insaccare, sfruttando una dormita colossale di Sergio Ramos.
Nel finale spazio anche per il rosso a Bradley; il figlio dell'allenatore statunitense dovrà così saltare la finalissima di Domenica. Ma tutti gli Stati Uniti saranno davanti al televisore tra quattro giorni, per seguire la possibile conquista del primo titolo della loro (breve) storia calcistica.

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